Ironia della sorte
Sono le persone alle cui mani chiedi di reggerti il cuore
Sono le persone le cui parole ti supplicano di prendertene cura
Che ti dicono: proteggiti
Che ti dicono: amati
Che ti dicono: il tuo cuore è così delicato, dovresti prendertene cura
Che ti dicono: incattivisciti
Sono le persone le cui mani, a forza di reggerlo, si scordano di avere sul palmo un rosso e patetico cuore
E inavvertitamente te lo spappolano
E ti dicono: proteggiti
E ti dicono: proteggiti dagli altri
E mai che ti dicano: proteggiti da me
E cosa posso fare io
Ridicolo acerbo ramoscello
Se non arrendermi all'evidenza
Se non farmi da parte, che è quello che so fare
Se non ripromettermi di fare l'eremita su chissà quale monte
Sotto chissà quale cascata
E cercare di tenere più salda la presa su ciò che mi appartiene
Che non siano scorie
O alcuni di quegli enormi sassi utili solo per uccidere o per annegarsi
Ma non ho quest'urgenza di morte
E cosa posso dire io
All'infuori di: no
All'infuori di: vattene a fanculo
All'infuori di: Prenditi i tuoi meriti io la mia delusione e poi togliamoci dal cazzo,
Ché siamo solo ominidi
L'unico dio che voglio adesso è Darwin, che almeno lui mi insegni a sopravvivere.
L'unico dio che voglio adesso sono io.
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