12.5.15

Le sirene di Ulisse

Ironia della sorte
Sono le persone alle cui mani chiedi di reggerti il cuore
Sono le persone le cui parole ti supplicano di prendertene cura
Che ti dicono: proteggiti
Che ti dicono: amati
Che ti dicono: il tuo cuore è così delicato, dovresti prendertene cura
Che ti dicono: incattivisciti
Sono le persone le cui mani, a forza di reggerlo, si scordano di avere sul palmo un rosso e patetico cuore
E inavvertitamente te lo spappolano
E ti dicono: proteggiti
E ti dicono: proteggiti dagli altri
E mai che ti dicano: proteggiti da me
E cosa posso fare io
Ridicolo acerbo ramoscello
Se non arrendermi all'evidenza
Se non farmi da parte, che è quello che so fare
Se non ripromettermi di fare l'eremita su chissà quale monte
Sotto chissà quale cascata
E cercare di tenere più salda la presa su ciò che mi appartiene
Che non siano scorie
O alcuni di quegli enormi sassi utili solo per uccidere o per annegarsi
Ma non ho quest'urgenza di morte

E cosa posso dire io
All'infuori di: no
All'infuori di: vattene a fanculo
All'infuori di: Prenditi i tuoi meriti io la mia delusione e poi togliamoci dal cazzo,
Ché siamo solo ominidi
L'unico dio che voglio adesso è Darwin, che almeno lui mi insegni a sopravvivere.
L'unico dio che voglio adesso sono io.

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