7.1.14

We wanted to be the sky

La verità è che ci sopravvalutiamo.
Non abbiamo senso dell’umorismo, senso critico, senso della misura. Credo che qualsiasi forma di paura riesca ad attecchire proprio su questa falla, sul nostro prenderci troppo sul serio. A pensare di essere microbi galattici, particelle subatomiche in universi infiniti, miseri parassiti in un disegno cosmico troppo più grande di noi, forse ce ne sbatteremmo il cazzo di tutti gli inutili drammi quotidiani, a meno che proprio la tua famiglia non venga sterminata, o la tua abitazione rasa al suolo, ma quelle sono altre storie.
Per quello che siamo dovremmo volare, scoppiare a ridere, se non altro galleggiare.
Metterci addosso cose che non ci appartengono e non sentirne il disagio, bestemmiare.
Disfarci dell’identità, delle coordinate, vestirci di colori sgargianti, ma soprattutto urlare.
Cantare canzoni di merda con delle voci di merda, scrivere sui muri e contaminarci.
E travestirci, scalare le montagne solo per buttarci di sotto, scopare.
Scoppiare a ridere, a piangere, a urlare. Scoppiare.
Io non ho paura del buio, del vuoto, di te.

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