21.2.10

Minima immoralia

Minima immoralia libera nos a malo. Libera nos domine.
E nessuno si accorgeva di quanto fosse catartico sentirtsi catartici.
Non significa per forza che sia finito il mondo
se lo guardi da dietro quelle stupide lenti azzurre.
Dipende sempre dall'ora in cui decidi di andare a dormire,
e subito dopo a farti fottere
come i clienti dei cinesi industrializzati.
Tu sei il centro di gravità letterale di cui tutti parlano
nelle crisi di borsa e di esistenza.
Tutti fanno rumore inutilmente e non ti rendi conto
che è solo apparenza quella che vedi.
Miraggio, lo chiamano, quando vedi sudare l'asfalto,
leggi di somiglianza, vicinanza, forme chiuse e buona continuità.
C'è un modo di fare degli uomini che non faccia del male?
Se la dev'esser chiesta anche Dio, questa, al momento buono.
Al secolo Francesco Battiato calmava più del valium.
Il problema si pone quando la sensibilità ti possiede
come una puttana con i tuoi vezzosi genitali.
Semplicemente non puoi far altro che osservare
e aspettare e riflettere e rimuginare e forse mugire.
Le chiese del nord Europa vantano dei campanili egocentrici
e vecchi valzer e ave marie improvvisate e oceani di silenzio.
Non può esser grave se ha un nome.
Lo dici lo benedici lo maledici lo afferri lo ascolti lo senti ed è già sparito.
E bestemmi ripetutamente e senza far pause, nel nome della commiserazione.
Perchè tra paure e pause la differenza è minima, immoralia, certo.

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