19.6.15

Decontestualizzati

Tesoro mi si è rotto il ventre, il petto stringe, la gola è chiusa, e poi la nausea, tesoro, mi si stringe l'intestino, mi si scioglie il ventre, e ho addosso un peso sconosciuto.

“I can’t understand, no, I can’t understand, how life goes on the way it does”

Il mio corpo si ribella a me, la mia carne mi tradisce, e non è una metafora sociale quando dico che il cane ha ucciso il gatto, mi hai detto che è la natura, così abbiamo fatto un rito funebre perché la sua bara di plastica ci mettesse un po’ di più a biodegradarsi.

“And these hands could’ve moved mountains”

Adesso vedo questa diga (esplodere o implodere?) e un labirinto, capovolte all’ultima pagina troveremo le soluzioni (da leggere appesi e fuori dal mondo).

“Oh, to wear the light through endless nights”

È così che funzioniamo: decontestualizzati, circondati da nient'altro che le nostre parole. È  così che non andiamo in corto circuito.
Adesso la stanza è piena di silenzio.
E noi, noi non siamo gli alberi, ma forse sì (perché guardiamo in su).

15.06.15

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