25.3.15

Ketoprofene e THC

I tuoi pensieri sono blu cobalto, sono treni in corsa, macchie indistinte e marce sanguinose per l’indipendenza.
I tuoi pensieri sono monocromatici, tratteggiati a matita, sono sostanze psicoattive immaginarie, cristalli al sole riflessi su muri sporchi, caleidoscopi. Sono congiunzioni avversative, personaggi letterari nati da menti altrettanto patologiche, “tu” generici in via d’estinzione, eppure ancora troppo vivi.
E ci vuole un certo intuito per capire che la felicità è una (in)vocazione, che i governi democratici sono licenze poetiche, così come l’interpretazione dei sogni e il futuro.
I tuoi pensieri sono la schiuma del mare in burrasca, il coltello che ferisce e insieme la ferita, un enorme peso sulla testa, una bomba a orologeria.

Spegnimi
(Trattieniti ancora)
Accendimi
(Ketoprofene e THC)
Strattonami
(Il bagliore dei tuoi occhi)
Svegliami
(Resettami la memoria interna)
Stringimi
(La dolcezza del tuo corpo)
Modellami
(Con te non ho freddo mai)
Trovami
(Sono tua sono tua sono tua)
Dormi su di me.
Pennellate di bianco, l’essenza primordiale del silenzio, prima di ogni tempo.
Un grande silenzio, un muro impenetrabile, l’enorme scritta nera su un pentagramma sbiadito: tacet.

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