17.11.14

Soprattutto l'immateriale

Come quando si parlava di metempsicosi, errori grafici di pronomi personali, ti attacchi a tutto, anche all’invisibile, soprattutto all’immateriale.

Mi accompagni dal dentista, delle file lunghe chilometri e ore, ti accompagno in posta, mi accompagni in banca e in segreteria, ti faccio da figlia e amante, ti accompagno al pronto soccorso e il medico di turno mi chiede i tuoi dati, ti faccio da moglie e madre, e intanto facciamo la coda alla cassa del discount e in ospedale, mi porti al bancomat a prelevare e poi mi salvi la vita in vespa, ubriaca marcia, non saprò mai come hai fatto a farmi arrivare a casa ancora intera, ti porto a guardare i tramonti dove una volta si avvistavano i nemici e adesso si nutrono i tossici e gli amori.
Mi aggrappo più forte quando ho i capogiri o per comunicarti che qualcuno attorno a noi ha un aspetto improponibile, mi porti ai concerti, mi urli nelle orecchie parole di guerra e d’amore, ti porto nelle agenzie assicurative e poi al mare, ci lasciamo trascinare dalla marea e mi dici che non anneghi solo perché hai me da salvare, hai bisogno di me per andare alla comunione per poi disertare, e alle riunioni di famiglia, ai compleanni, hai bisogno di me perché il futuro smetta di essere una minaccia, ho bisogno di te perché torni ad essere una promessa.

Come quando si guardavano i fulmini da dietro la finestra e alla stazione dei treni, per non perdere l’equilibrio e la direzione, mi attacco a tutto, anche all’insperabile, soprattutto all’immateriale.
16/11/14

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