2.12.14

Bougainvillea

un sabato di fine aprile mi hai detto
siamo rampicanti
come la bougainvillea che hai raccolto al buio
e hai messo sul tavolo
per celebrare uno dei nostri giorni sacri
sei mio fino alla fine dei tempi
e non importa che
la tovaglia fosse strappata o che
i frutti di mare fossero avanzati
non importa
se raggiungiamo temperature troppo elevate
e perdiamo la ragione
perché non c’è niente che ci circondi
se non creazioni metafisiche e arbitrarie
di universi paralleli privati
in cui la mia carne si mescola alla tua
universi onirici
che sanno di stati infantili
primordiali
e di una mutua dipendenza
che ci rende indissolubili
ai limiti del concesso
ai confini del naturale
con un contratto implicito di appartenenza
sono tua fino alla fine dei tempi
e l’altrove non esiste
se non entro il perimetro di ciò che chiamiamo
noi
si smaterializza a tempi alterni
per risorgere a ogni tuo ritorno nel campo percettivo
come la bougainvillea che hai raccolto al buio
che cresce anche in inverno

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