21.2.10

Il matto

Sono il chiodo fuori posto
Lo specchio deformante
Sono il vino di nascosto
Tua moglie e la tua amante

Sono il seme di una pianta
Sulla terra sconsacrata
L’aeroplano che si schianta
Sulla testa del pilota

Son l’iguana da passeggio
Dentro il punto di domanda
L’orfanello da collegio
Con la suora che comanda

Sono il passo sopra il fiume
Con il piede sbagliato
Sono l’olio dentro un lume
Senza fiamma e arrugginito

Sono il flash degli occhi rossi
Sono il quadro censurato
Il motore dentro i fossi
Sono te mimetizzato

Sono il buco nell’ozono
L’assenzio ormai scaduto
Il lampo senza il tuono
Sono un pensiero muto

Sono l’atto di dolore
Senza neanche pentimento
Sono il rosso sull’errore
Del tuo bel comandamento

Sono la coscienza sporca
La tua mano sempre tesa
Il merletto sulla forca
L’attacco e poi l’arresa

Sono il vuoto del bancone
Alle quattro della notte
Son la tua consolazione
Ma vabbè, chi se ne fotte.

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